Il sistema previdenziale italiano prevede che in alcuni casi prima di ricevere la pensione si debbano attendere 12 mesi o anche 18.
Sapete cosa sono le finestre di decorrenza? Riguardano proprio la pensione e il periodo di tempo che passa dalla maturazione dei requisiti e l’erogazione del primo rateo pensionistico. Solo la pensione di vecchiaia permette di ricevere l’assegno i primo giorno del mese successivo al raggiungimento dei requisiti.

Con finestra di decorrenza si intende lo slittamento di entità variabile che passa dal momento di cui vengono soddisfatti i requisiti anagrafici e/o contributivo per il diritto alla pensione e l’erogazione effettiva del rateo pensionistico. Un intervallo di tempo che serve la legislatore per contenere la spesa pensionistica visto che il versamento viene rimandato.
Il problema è per i lavoratori che scelgono forme di pensionamento anticipato. Le finestre, infatti, durano mesi. Tre, per la precisione, con riferimento alla pensione anticipata ordinaria e alla pensione per i precoci. Sette mesi per i dipendenti privati e nove mesi per i dipendenti pubblici sono previsti da Quota 103 mentre l’attesa più lunga, quasi infinita, riguarda le lavoratrici che vogliono andare in pensione con Opzione Donna. Dodici mesi per le dipendenti, diciotto mesi per le autonome.
In pensione più tardi del previsto, attesa troppo lungo per avere i soldi
Durante il periodo di slittamento il lavoratore può decidere di smettere di lavorare avendo già maturato i requisiti di accesso alla pensione. Ma come si fa a non ricevere né stipendio né pensione per 12 o 18 mesi? Ecco che il momento del pensionamento viene ritardato perché si deciderà di continuare a lavorare mentre passa la finestra di decorrenza.

Opzione Donna prevede l’uscita dal mondo del lavoro a 61 anni se non si hanno figli, 60 anni se si ha un figlio e 59 anni con due figli. In realtà la lavoratrice che continuerà a lavorare andrà in pensione con un anno o un anno e mezzo di ritardo ossia a 62 anni oppure 62 anni e sei mesi e così via. Bisogna considerare, infatti, che la lavoratrice dipendente che matura i requisiti, ad esempio, a dicembre 2025 percepirà il primo assegno solo da gennaio 2027.
Per le dipendenti del comparto scuola oppure degli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale, invece, è prevista una finestre unica, dal 1° settembre al 1° novembre. L’insegnante che maturerà i requisiti di pensionamento a settembre 2025 con Opzione Donna riceverà il primo assegno a settembre 2026. Durante l’attesa della finestra mobile è chiaro come tanti lavoratori scelgano di continuare a lavorare per evitare di rimanere senza reddito e comunque si matureranno altri contributi che permetteranno di avere una pensione più alta.